Riportiamo il comunicato del Comitato per la Pace cui il GEP aderisce relativo ai recenti avvenimenti.
È purtroppo facile prevedere che, nei prossimi giorni, la vera e propria guerra che è esplosa tra Israele e Hamas tenderà ancor più a intensificarsi, con le continue e reciproche rappresaglie e ritorsioni e la loro scia di morti e distruzioni.
All’origine di questo nuovo conflitto ci sono le inaccettabili violazioni dei diritti umani compiute di recente dallo stato di Israele: 1) il diritto di abitazione offeso con lo sgombero forzato delle famiglie palestinesi dalle loro case nel quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est; 2) il diritto di libertà di culto e di preghiera, impedito dal divieto d’accesso alla moschea di al-Aqsa di Gerusalemme.
Davanti a questa escalation militare ormai fuori controllo, che colpisce soprattutto la popolazione civile e rischia di allargarsi anche ad altri paesi del medio oriente con conseguenze inimmaginabili, si impone in primo luogo l’urgenza di far cessare le armi attraverso l’esercizio – anche da parte del nostro paese – di una forte ed ampia pressione nei
confronti dello stato di Israele volta all’immediato ripristino del diritto internazionale, a ominciare dall’applicazione della risoluzione ONU 2234 del dicembre 2016, con cui si chiede ad Israele di porre fine alla sua politica di insediamenti nel territori palestinesi occupati dal 1967, compresa Gerusalemme Est.
A tal fine è necessario che:
– gli organi di stampa favoriscano la creazione di una coscienza diffusa su quanto sta avvenendo assicurando un’informazione che faccia ricorso, come deve essere per ogni teatro di guerra, a proprie fonti e non alle sole agenzie ufficiali delle parti in causa;
– le forze politiche italiane, anziché correre in soccorso all’attuale controversa leadership israeliana, la cui debolezza è chiaramente causa dell’attuale crisi, si adoperino per sostenere i movimenti interni alla società israeliana contrari alla politica di annessione ad Israele dei territori occupati palestinesi e favorevoli alla istituzione dello stato palestinese;
– il governo italiano si impegni a promuovere una posizione condivisa tra tutti paesi dell’Unione europea di netta condanna dell’uso della forza e di rispetto delle risoluzioni ONU;
– il governo italiano, in ottemperanza alla legge n. 185/90 che vieta espressamente l’esportazione di armamenti verso paesi coinvolti in conflitti armati, sospenda immediatamente ogni fornitura militare ad Israele il cui ammontare, negli ultimi cinque anni, ha raggiunto i 90 milioni di euro
Il Comitato per la Pace di Bari esprime vicinanza alla comunità palestinese residente a Bari e aderisce alla Campagna «banche armate» invitando tutti i cittadini e le cittadine a verificare, utilizzando l’apposito modello scaricabile dal sito della Campagna (www.banchearmate.org), l’eventuale coinvolgimento della propria banca nella fornitura di armi e sistemi militari ad Israele.
Bari, 17/05/2021
Il Comitato per la Pace di Terra di Bari
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